LA NOSTRA STORIA

 

Nel 1982, Giorgio Massera e la moglie Oriana durante un viaggio ad Alberobello videro una rappresentazione della Passione di Gesù. Giorgio ne rimase tanto affascinato che già sulla strada del ritorno la sua fervida mente aveva iniziato ad elaborare un progetto da attuare a Jesi.

Come spesso accade, i sogni vanno a finire in un cassetto che si riaprì solo dopo tanti anni, quando un giorno del 2006 espose quello che gli passava per la mente a don Bruno Gagliardini, parroco della Parrocchia di San Francesco di Paola, che condivise l'idea e lo spronò a metterla in atto.

 

All’inizio del 2007 si formò un minuscolo comitato che incominciò a darsi da fare per trasformare in una realtà quell'idea, individuò come location il Parco del Ventaglio per quella sua struttura ad anfiteatro, ma la decisione più importante fu sicuramente quella di non fare una rappresentazione di tipo commerciale ma che avesse dentro un'alta spiritualità e per questo si sarebbero interpretate le parole del Vangelo che si sarebbe letto quell'anno nella domenica delle Palme. Una volta avute le idee chiare andarono ad esporre il progetto al Vescovo don Gerardo Rocconi che, seppur con le dovute perplessità, confidò nel loro grande entusiasmo e diede il benestare. Si mise, allora, in moto la macchina; si allestirono le scenografie, si trovarono i costumi, i figuranti furono reclutati tra amici e amici degli amici; la narrazione e il parlato vennero registrati con le voci di alcuni attori amatoriali jesini.

 

E fu così che dopo tanta frenesia la sera della domenica delle Palme di quel mitico anno 2007 si accesero le luci sulla prima "Sacra Rappresentazione della Passione e Morte di Gesù". L'affluenza del tutto insperata fu massiccia, così come  inaspettata fu la grande emozione che si poteva leggere sui volti dei presenti assorti in un profondo raccoglimento, un surreale silenzio scese durante la scena della morte di Gesù sulla croce. Il nostro scopo era e rimane quello di richiamare l’attenzione di tante persone, credenti e non, sul significato del gesto di un Uomo che duemila anni fa si è fatto mettere sulla croce per amore dell’umanità intera. La Croce grazie a Gesù da simbolo di sofferenza è diventata simbolo di vera vita. Con la Sacra Rappresentazione vogliamo offrire a tutti la possibilità di fermarsi, anche per poco, per riflette-re sul vero significato della nostra vita.

 

Si prosegue fino al 5 maggio del 2014 quando i nostri amici, con coloro che negli anni erano sempre stati vicini all'organizzazione della Sacra Rappresentazione, diedero vita all'Associazione Culturale dell'Arco con sede nei locali della parrocchia di San Francesco di Paola di Jesi in via Suor Maria Mannori n.3. L'Associazione si propone di valorizzare le tradizioni popolari e religiose, partecipare alla realizzazione di rassegne e concorsi culturali qualificati e mettere in scena spettacoli teatrali.

IL RICORDO DI DON BRUNO

 

Don Bruno Gagliardini, parrocco della Parrocchia di San Francesco di Paola, ha appoggiato ed incentivato il progetto di rappresentare la Passione e Morte di Gesù sin dall'inizio.

Ora che Don Bruno non è più fra noi viene spontaneo accostare la sua lunga sofferenza alla croce portata da Gesù.

Ma il messaggio che Don Bruno ha sempre trasmesso è quello di andare oltre la croce e di assaporare la gioia della resurrezione. Così in numerose omelie, come pure in occasione delle visite pasquali alle famiglie, invitava tutti ad accostare al crocefisso appeso nelle stanze, un'immagine del Risorto: perchè il pensiero non si fermasse alla morte e al dolore, ma alla vita eterna e alla salvezza.

Ci piace pensare che in questa rappresentazione sacra Don Bruno abbia realizzato anche un proprio desiderio, dando forma al punto centrale e di forza della sua fede: La Resurrezione e la Vita Eterna nella Gloria di DIO.